I primi voli con i palloni aerostatici non erano spinti da precise motivazioni ed erano privi di tragitti definiti; fu infatti con l’avvento del dirigibile che si ebbe un metodo di volo che permise partenze ed arrivi in luoghi precisi e prestabiliti nonché il volo controvento.

L’invenzione del dirigibile è attribuita a Henri Giffard, che applicò al suo aerostato un’elica mossa da un motore a vapore; questo pallone venne presentato all’Ippodromo di Parigi nel 1852. (Fig. 1)

Lo stesso Giffard, da consumato showman, ne fece un’attrazione turistica durante l’Esposizione di Parigi del 1867.

Nella successiva fiera, nel 1878, Giffard espose una mongolfiera a idrogeno di 55 metri di altezza e 36 di diametro, in grado di sollevarsi ad un’altitudine di 600 metri; questo aerostato da record poteva trasportare 50 persone e tra luglio e novembre di quell’anno ospitò 35000 persone. (Fig. 2)

La passione per i palloni riemerse nei parigini cosicché artigiani ed artisti ricominciarono ad ispirarsi ad essi per le loro creazioni.

Una delle più notevoli opere artistiche fu il libro di Albert Robida, pubblicato da Gorge Decaux nel 1883, dal titolo “Le Vingtième Siècle – La vie Electrique”. L’autore immagina la vita del 20° secolo con città piene di grattacieli e gente che viaggia in mongolfiere utilizzate come mezzo di trasporto pubblico e privato; palloni biposto e taxi-mongolfiere con molti sedili. (Figg. 3, 4, 5)