I precursori delle scocche in architettura: Richard Buckminster Fuller /1
1895 – 1983 d.C
Scoperte invenzioni innovazioni

Richard Buckminster  Fuller  è stato un inventore, architetto e designer statunitense. Fu anche professore alla Southern Illinois University e prolifico scrittore. Fuller è noto principalmente per le sue cupole geodetiche, che sono parte anche delle moderne stazioni radar, di edifici civili e tensostrutture. La loro costruzione si basa sull'estensione di alcuni principi base dei solidi semplici, come il tetraedro, l'ottaedro e solidi con numero di facce maggiore che possono considerarsi approssimazione della sfera. Le strutture così concepite sono estremamente leggere e stabili. La cupola geodetica è stata brevettata nel 1954, ed è stata una parte fondamentale del processo creativo di Fuller teso all'esplorazione della natura per inventare nuove soluzioni di design.

Nell'opera di Richard Buckminster Fuller si evidenzia una ricca e differenziata ricerca su molteplici fucri di interesse pervasi sempre da una tendenza verso l'utopismo tecnologico. La concezione della tecnologia da parte di Fuller, tuttavia, è di porla al servizio dell'uomo quale strumento per il benessere di tutta l'umanità, nel rispetto dell'ambiente. Egli cercava soluzioni che non alterassero pericolosamente il sistema mondo in cui l'uomo è inserito.

La fiducia che Fuller riponeva nelle potenzialità di intervento sul cosmo da parte dell'individuo, lo portava a condurre una ricerca autonoma e autofinanziata, cercando di trovare le migliori soluzioni ai vari problemi attraverso l'impiego di meno risorse. Solo l'economicità, secondo Fuller, poteva garantire la massima diffusione delle nuove invenzioni per un miglioramento globale della condizione umana.

Il linguaggio architettonico di Fuller fu radicalmente innovativo: egli ha sostituito il sistema trilitico con la cupola, la compressione con la tensione, l'aspetto visivo delle sue strutture con quello funzionale. Fuller manifestò nelle sue proposte coraggiose sia un carattere profetico che pragmatico, curando la realizzabilità delle sue invenzioni. Egli stesso comunque era consapevole che dal primo progetto alla diffusione in serie occorrevano 25 anni circa, anni in cui si dovevano produrre nuovi materiali in funzione delle architetture progettate. Egli adottava per le sue abitazioni del futuro lamiera corrugata e coibentazioni in lana minerale (Dymaxion Deployment Unit, 1940-41), acciaio, alluminio e plexiglas (Wichita house, 1944-45), plastica, cartone ondulato, resine di poliestere, laminati di alluminio, compensato, ecc. (Geodesic domes dagli anni Cinquanta in poi).

Un grande ambito di interesse della sua ricerca riguardò l’abitazione, della quale propone un rinnovamento sia sul piano funzionale che costruttivo, attraverso la scelta di materiali, tecniche produttive, di assemblaggio attinti dai più avanzati settori industriali.

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CREDITS
Testi a cura di: Carol Monticelli

Richard Buckminster Fuller
Buckminster Fuller con la Dymaxion car davanti a un prototipo di edificio con oblò in policarbonato.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Grimaldi R., R. Buckminster Fuller : 1895-1983, Officina Edizioni, Roma, 1990.

 www.olats.org
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Gorman M. J., Buckminster Fuller : architettura in movimento, Skira, Milano, 2005.

Grimaldi R., R. Buckminster Fuller : 1895-1983, Officina Edizioni, Roma, 1990.

Lamberti C., Architettura, urbanistica e tecnologia dal Futurismo a Richard Buckminster Fuller, Articolo apparso su ARCH'IT su http://architettura.supereva.com/files/20001005/

Zanelli A., Trasportabile Trasformabile, Idee e tecniche per architetture in movimento, CLUP, Milano, 2003.