I precursori delle scocche in architettura: Felix Candela /1
1910 – 1997 d.C.
Scoperte invenzioni innovazioni

Uno dei protagonisti principali dell’evoluzione del calcestruzzo armato è stato, intorno alla metà del secolo scorso Félix Candela, che è ricordato per le sue straordinarie coperture a guscio, dalla forma di paraboloidi iperbolici.  Le coperture leggere in calcestruzzo armato con forma d’ombrelli spigolosi o di sinuosi manti, che Fèlix Candela costruì negli anni Cinquanta e Sessanta, lo resero il simbolo dell’architettura messicana del XX secolo. Come dirà Frei Otto: “solo Candela riuscì a convertire le strutture laminari in un’opera d’arte”.

La specificità del suo lavoro risiede nella sensibilità che ebbe nel conformare le forme resistenti. Il suo più grande contributo nell’ambito dell’ingegneria strutturale sono state le strutture in forma di guscio, generate a partire dal paraboloide iperbolico, una forma geometrica di straordinaria efficacia che è divenuta il segno distintivo della sua architettura. Il suo maggiore apporto in campo strutturale sono state le strutture laminari in calcestruzzo, generate a partire da paraboloidi iperbolici (Hypar), una forma geometrica di  straordinaria efficacia, che nella versione a bordo libero, è diventata il segno distintivo della sua architettura.

Il primo guscio (cascarones14) costruito da Candela è stata una volta funicolare sperimentale nell’estate del 1949. Per la sua costruzione seguì l’esempio di alcuni prototipi eretti in Inghilterra durante la Seconda Guerra Mondiale. Il successo di questo esperimento incitò Candela a considerare la possibilità di dedicarsi alla costruzione di gusci.

Una copertura per pulmann fu la seconda avventura di Candela con gli hypars. La forma è molto simile alla volta del Padiglione de Rayos Cosmicos, però qui vennero omessi gli archi irrigidenti. Uno dei bordi appoggia sul suolo roccioso e l'altro è sostenuto da un muro di calcestruzzo, ai lati del quale il guscio si stacca sostenuto da un piccolo sostegno a V.

L’impegno con cui Candela aveva studiato la resistenza dei materiali gli permise di comprendere come illusorie sono le cosiddette analisi esatte: "Quando io cominciai a costruire gusci, la mia mente stava evolvendo dal periodo scolastico. Come studenti noi crediamo a tutto quello che ci viene insegnato, come ad esempio, che ci sono dei metodi esatti per calcolare le strutture. Lavorando io ho cominciato a smettere di credere in tutte le cose in cui avevo creduto. Ma questo è un processo necessario, se uno vuole costruire qualche cosa di originale." Il Pabellón de Rayos Cósmicos progettato con Jorge Gonzales Reyna, per la città universitaria di Città del Messico, con la sua copertura ondulata in calcestruzzo dello spessore di soli 15 mm, che permette dall’interno la misurazione dei neutroni, è uno degli edifici più emblematici della sua opera.

Con la sua forma caratteristica, quasi di una nave spaziale che sta per atterrare, è stata la sua prima struttura acclamata da tutti e quella che gli procurò la fama.
Dal 1951 al 1953, il suo lavoro fu di una varietà impressionante. Questi due anni gli furono indispensabili per capire, quasi intuitivamente come funzionano i gusci.
Si concentrò sulle forme più semplici, guidato dai due principi che sono fondamentali in queste strutture: la statica e la geometria. Costruì volte corte, lastre prismatiche ed ondulate, coni, conoidi, cupole; pressoché l’intera serie delle forme conosciute. Nella Residenza Romero, Candela ebbe l’opportunità di fare un copertura a lastra sinusoidale.

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CREDITS
Testi a cura di: Carol Monticelli

Felix Candela
Il primo prototipo di paraguas (ombrello) (1949), copertura quadrangolare con quattro timpani di hypar e un pilastro centrale; la Città delle Arti e della Scienza di Valencia, dove la copertura dell’edificio d’accesso ed il ristorante sono parabolidi iperbolici in cls, realizzati con S. Calatrava.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Saito Yutaka (a cura di), Felix Candela, TOTO Shuppan, Tokyo, 1995.
 
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Chao E., Fèlix Candela: una lux nel corazon, in Construcción y Tecnología, rivista dell’Instituto Mexicano del Cemento y del Concreto, Mexico, dic. 2003.
Faber C., Las estructuras de Candela, México, Continental, 1970.
Giovannardi F., Felix Candela – Costruttore di sogni, pubblicazione in .pdf fuori commercio, Dic. 2006, disponibile su www.giovannardierontini.it
Saito Yutaka (a cura di), Felix Candela, TOTO Shuppan, Tokyo, 1995.