Epoca | materiali di sintesi |
Luogo: | - |
Caratteristiche: | - |
Materiali | PVC |
Utilizzo: | civile |
Tipologia: | scultura - opera d'arte |
Progettista: | Sabine Lang e Daniel Baumann |
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La coppia di artisti contemporanei svizzeri formata da Sabine Lang e Daniel Baumann è conosciuta per le coloratissime installazioni e per le loro “soffici” sculture.
I loro primi progetti vedono l’utilizzo della tecnologia pneumatica un esempio sono i Breathing Pillows (1996): piccoli palloncini a forma di cuscino. Nell’esposizione erano disposti sul pavimento di una galleria. Ognuno era collegato ad un sistema di ventilazione e veniva perciò gonfiato e sgonfiato velocemente così da dare l’impressione che stesse respirando. La scena ricordava un gruppo di bambini addormentati nel reparto maternità di un ospedale.
Una motivazione fornita da Lang e Baumann per la decisione di utilizzare forme gonfiabili nei loro lavori fu di voler incoraggiare il pubblico ad interagire con essi: “la maggior parte dei gonfiabili che creiamo è abbastanza grande e costruita in modo da permettere ai visitatori di sedersi, sdraiarsi o saltarci sopra” dissero i due artisti.
Questo è particolarmente rilevante con i due progetti gonfiabili “SPORT” e “UNDO”: in SPORT “chiunque si stia arrampicando sulla parola sta praticando uno sport, così si crea una catena”, SPORT è infatti formato da cuscini gonfiabili appoggiati al pavimento che compongono la parola sport, (ognuno una lettera).
E nel caso di UNDO, “se spingi la tua mano nella scultura, questa immediatamente ti viene respinta in dietro e ritorna alla sua forma originale”. In inglese “to do” vuol dire “fare” ed il prefisso “un” è una di negazione: metterlo davanti ad una parola significa rovesciarne il significato, quindi “undo” è come invertire il significato di “do”.
Per Lang e Baumann le forme gonfiabili presentavano una maniera ideale per incoraggiare lo spettatore a diventare parte fisica dei loro lavori. Loro riconoscevano come fosse difficile rimuovere la barriera invisibile tra arte e spettatore nell’ambientazione della classica galleria. Essi spesso ripetono che “la gente è sempre rispettosa dell’arte e ne mantiene le distanze. Se li inviti a partecipare è difficile coinvolgerli realmente; ma se li inviti in maniera che dimentichino l’arte perché trovano eccitante sperimentare una certa azione, improvvisamente vedrai la trasformazione. Il perché è semplice: essa evoca semplici reazioni”.
Topham S., 2002, Blow Up: inflatable art, architecture and design, Prestel, Munich | |
Figg. 1-3: Topham S., 2002, Blow Up: inflatable art, architecture and design, Prestel, Munich |
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