Strutture pneumatiche
Utopie Group
Francia, 1967 d.C.
Percorsi evolutivi
Epoca materiali di sintesi
Luogo: Francia (Parigi)
Caratteristiche: -
Materiali pellicole, gas
Utilizzo: civile
Tipologia: teatro, abitazione, padiglione espositivo
Progettista: Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann, Antoine Stinco
APPROFONDIMENTO
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PHOTO GALLERY

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Maison pneumatique; Travelling theatre for 5000 spectators; Dyodon; Travelling exhibition hall for everyday objects.

Jean Aubert, Jean-Paul Jungmann e Antoine Stinco si incontrarono nel 1965 quando studiavano architettura all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi e si laurearono con una tesi dal titolo “Abbiamo buttato delle idee … solo una è rimasta e non l’abbiamo lasciata andare: le strutture gonfiabili”.  

Nel 1967, alla biennale di Parigi essi presentarono la Maison Pneumatique, il loro primo progetto che vedeva l’utilizzo della tecnologia gonfiabile. La cura per i particolari (compreso addirittura il mobilio gonfiabile) rese il progetto credibile ed avrebbe esteso il concetto di “habitat gonfiabile” all’”incapsulamento” di un completo stile di vita pneumatico. (Fig. 1)  

Nel 1968 il gruppo (Utopie) organizzò Structures Gonflables, una mostra di dispositivi gonfiabili tenutasi al Museo d’Arte Moderna della città di Parigi. Questa mostra era il risultato di una meticolosa ricerca in cui la tecnologia gonfiabile era stata applicata con successo; Structures Gonflables presentò infatti una gamma di oggetti gonfiabili che spaziavano da quelli prodotti dalle grandi compagnie come Goodyear e Firestone ad oggetti di design creati dai singoli artisti. La mostra fu lodevole perché rivelò un interesse internazionale da parte del pubblico nonché la capacità degli strumenti gonfiabili a offuscare il confine tra arte e scienza.  

Il progetto presentato da Aubert era un teatro itinerante capace di ospitare oltre 5000 spettatori. La parete esterna era una grande cupola aerosupportata di 80 mt di diametro e 20 di altezza. La cupola aveva una maglia strutturale geodetica che ricordava quelle di Fuller. Aubert dimostrò come la sua struttura potesse essere smantellata facilmente e trasportata alla sua prossima meta tramite un convoglio di camion. (Figg. 2, 3)  

Il progetto di Jungmann invece era Dyodon (dal nome del pesce), un’abitazione sperimentale “a bolle” su più livelli interamente pneumatica in ogni sua parte, dagli arredi alle attrezzature fino ai tubolari portanti e alla pelle esterna. Sull’evoluzione della Maison Pneumatique, Dyodon offriva un incontro totale con un blow up lifestyle (stile di vita gonfiabile). La struttura di Jungmann poteva essere gonfiata con un liquido, con del gas colorato, con dell’elio, della terra o semplicemente con dell’aria. La sistemazione di molteplici camere, ingressi e corridoi all’interno di Dyodon ricordava la complessa disposizione di un vespaio. Nonostante la struttura fosse molto robusta, in realtà per Dyodon erano previsti diversi utilizzi; i disegni di Jungmann dimostravano infatti l’adattabilità dell’habitat: sospeso nell’aria e legato tramite funi a due pareti di roccia, galleggiante nel mare ancorato a navi o adagiato sul pendio di una montagna. (Figg. 4, 5, 6)  

L’ultimo progetto, di Stinco, era un padiglione espositivo itinerante. Prendendo spunto dai progetti di Frei Otto, Stinco decise, per la sua struttura, un rivestimento tensile ed una struttura sottostante a forma di semisfera gonfiabile. Stinco quindi combina in un unico progetto le tecnologie costruttive tensili e pneumatiche. La struttura ha un diametro di 80 mt ed un’altezza di 27 mt e serviva per spettacoli circensi o di teatro, cinema, musica. Era facilmente trasportabile per le sue “sole” 25 tonnellate e poco più di peso totale ed i camion utilizzati per il trasporto con alcuni palloni d’acqua-zavorra fornivano l’ancoraggio di questa hall e mantenevano la membrana in posizione mentre le sfere di supporto venivano gonfiate completamente. Una volta gonfiate, le sommità dei supporti sferici sporgevano attraverso le aperture della membrana e fungevano da lucernari permettendo alla luce del sole di illuminare la hall che vista dall’alto ricorda la superficie di un lago da cui spuntano gli occhi di un coccodrillo. (Figg. 7, 8, 9, 10)

CREDITS
Autore
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Topham S., 2002, Blow Up: inflatable art, architecture and design, Prestel, Munich
Fuzio G., 1968, Costruzioni Pneumatiche, Dedalo Libri, Bari
http://www.foscarini.com/lux/05/Lux5.pdf
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Figg. 1, 2: Topham S., 2002, Blow Up: inflatable art, architecture and design, Prestel, Munich
Figg. 3, 4, 6, 7, 8, 9, 10: Fuzio G., 1968, Costruzioni Pneumatiche, Dedalo Libri, Bari
Fig. 5: http://www.foscarini.com/lux/05/Lux5.pdf