Strutture pneumatiche
Dreamspace
Olanda - 1996.
Percorsi evolutivi
Epoca materiali di sintesi
Luogo: Olanda (Copenaghen)
Caratteristiche: -
Materiali PVC
utilizzo: civile
tipologia: mostra - scultura
Progettista: Maurice Agis
APPROFONDIMENTO
.
PHOTO GALLERY

Per la visualizzazione dei contenuti è necessario il plug in Flash Player

Adobe Flash Player

» http://www.adobe.com/it/

Maurice Agis è un altro artista che ha sperimentato a lungo la tecnologia gonfiabile per creare nuove forme di espressione artistica.

Come gli Haus-Rucker Co, egli voleva creare una serie di spazi astratti che fornissero un esperienza rilassante per contrastare la frenesia della città moderna. I primi esperimenti furono degli anni ’60: Colourspace fu una dei primi progetti (precursore di Dreamspace) e consisteva in una serie di camere in PVC gonfiabile di diverse forme e colori e nel quale i visitatori erano invitati a esplorare il dedalo di camere ed immergersi totalmente in un ambiente di puro colore.

Nel 1985 il Senato della Cultura di Berlino commissionò il più grande Colourspace del tempo (30x30 metri) e durante il montaggio di tale lavoro nacquero le prime idee di Dreamspace. Fu infatti nel 1996 che la città di Copenaghen ne commissionò uno: 900 metri quadrati di scultura in PVC colorato, aerosupportata da un flusso continuo d’aria, in cui si entra, si cammina, si balla, ci si sdraia, ci si rilassa, ci si stupisce. E’ un’immersione multisensoriale nei colori e nella musica (suoni naturali e sintetici). La filosofia alla base di questi progetti è che l’uomo è l’evento e le persone devono tuffarsi nell’arcobaleno dato dai teli. I colori, ingredienti essenziali, seguono le leggi della cromoterapia, secondo cui è dalla luce che si prende energia e vita. Ogni colore è una sensazione diversa e per sperimentarla bisogna entrarci dentro.

Dall’esterno Dreamspace è apparentemente costituito da tante bolle di plastica gonfiabile colorate e appiccicate le une alle altre. L'ingresso è dato da una sottile fessura tagliata su uno dei rigonfiamenti agli angoli del parallelepipedo e si entra aprendosi un varco tra i due lembi tesi del telo di plastica. L’interno è simile a quello di una cattedrale: dal pavimento si sollevano delle colonne dalle linee morbide, che si restringono per poi dilatarsi e fondersi con le forme del soffitto. Le superfici dei moduli sono saldate le une alle altre lungo il loro perimetro in modo da formare uno spazio interno in cui i visitatori si possano muovere liberamente in ogni direzione tra le colonne che rappresentano, invece, le linee di giunzione verticali degli stessi moduli. L’aria interna dà quasi l’impressione di essere dentro un corpo organico. La luce filtra grazie alla traslucenza dei teli ed inonda lo spazio.

Rispetto a Colourspace, Dreamspace comprende 8 compressori ed un sistema di luci e speakers, è più grande e l’altezza è stata portata da 3,5 a 5 metri. Agis ha inoltre sviluppato una serie di componenti modulari che semplificano di molto il processo di produzione, trasporto e montaggio: tutte le diverse parti sono state progettate per essere trasportate da due sole persone.

Questi progetti confondono l’idea di arte e architettura perché le strutture sono sì un veicolo di espressione artistica, ma l’ambiente suscita anche sicurezza e stabilità tanto da sembrare un’opera architettonica. Agis ha avuto il merito di aver portato l’arte dal museo alla strada.

 
CREDITS testi a cura di Valentina Pellegrino
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Topham S., 2002, Blow Up: inflatable art, architecture and design, Prestel, Munich
http://www.traspi.net/notizia.asp?IDNotizia=3279
http://web.archive.org/web/20051218191412/www.dreamspace-agis.com/webesp/index.htm
http://architettura.supereva.com/simple/20021119/index.htm
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI