Epoca | XX secolo d.C. |
Funzione edificio: | Padiglione espositivo |
Funz. membrana: | Copertura |
Dimensioni: | 8000 mq |
Materiale: | Tessuto in poliestere con rivestimento in PVC |
Committente: |
Karl Mertz, Johannes Galandi Bundesbaudirektion |
Consulenti progetto: | Berthold Burkhardt, Eberhard Haug, David Gray, Larry Medlin, Gernot Minke, Jochen Schilling |
Progettista: | Frei Otto |
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Nel 1964 fu indetto un concorso per il German Pavillion a Montreal. Frei Otto e il suo staff vi partecipò su consiglio del collega Rolf Gutbrod.
Le ricerche effettuate da Frei Otto sulle forme ottimizzate delle superfici pre-tese e delle strutture leggere impressionarono positivamente la giuria che gli affidò i lavori per l’anno successivo.
Nei suoi studi, l’architetto tedesco, si rese conto che deformando una superficie elastica, generando picchi o avvallamenti, le maglie della membrana risultavano distorte e che le fibre ruotando tra loro formavano una configurazione romboidale piuttosto che quadrata. Da ciò comprese che, volendo utilizzare una rete metallica alla stessa maniera di un tessuto, i cavi dovevano essere liberi di ruotare in corrispondenza dei nodi, in modo tale da poter assumere una configurazione naturale ( Fig.4-5-6-9). Per il German Pavillion Frei Otto ed i suoi collaboratori utilizzarono una rete di cavi 10.000 mq di estensione, sorretta da otto piloni e posizionata secondo diverse altezze ( Fig.1-2-3).
Cavi in acciaio galvanizzato di 12 mm di spessore formavano la rete secondo una maglia di 50 cm uniti agli incroci da morsetti girevoli, mentre i cavi di bordo di 54 mm disegnavano il profilo della copertura. La ditta produttrice della rete la fornì in strisce arrotolate di 9.50 m di altezza, in seguito assemblata a terra e sollevata con argani elettrici. Attraverso i cavi di ancoraggio le maglie della rete erano messe in trazione secondo i carichi progettati. In seguito una membrana in poliestere trasparente con rivestimento in PVC era posizionata 30 cm al di sotto della rete di cavi ed agganciata ad essa attraverso elementi a molla (Fig.8).
Una caratteristica particolare delle tensostrutture di Frei Otto sono degli anelli in prossimità dei pali chiamati “occhi”. La loro funzione primaria, oltre a quella di dare luce all’interno, è quella di trasferire i carichi dal cavo di bordo dell’occhio alla testa del pilastro principale. La membrana trasparente in questi punti è assemblata in moduli da 0,50 mq e posizionata a soli 15 cm dalla rete. All’interno del German Pavillion un altro progetto firmato Frei Otto spicca per la sua eleganza e tecnicità costruttiva: la copertura per il teatro di lettura ed il foyer. Due morbide cupole rivestite in sottili griglie in legno ricoprono l’intera area formando a partire dai bordi un involucro, cartonato e rivestito da uno strato di 6 mm di compensato (Fig.7).
Infine, una tensostruttura in cotone copriva entrambe gli spazi. Numerose aree giardino all’interno del German Pavillion erano inoltre pensate e progettate per il benessere ed il relax del visitatore.
Meissner I., Möller E., Grdanjiski M., a cura di, Frei Otto, complete works : lightweight construction, natural design, Basel [etc.] : Birkhäuser, c2005. | |
Zanelli A., Trasportabile e trasformabile. Idee e tecniche per l’architettura in movimento, CLUP, Milano, 2003. | |
Sguerri L., a cura di, Storia e tecnica delle tensostrutture: dai ponti sospesi alle architetture in legno lamellare, Padova : Biblioteca di Galileo, 1995 | |
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