Nautica
Navi romane
200 a.C.
Percorsi evolutivi
Epoca Impero romano
Utilizzo Scafo in legno e vele in tessuto di lino e cotone
Luogo III - I secolo a.C.
Caratteristiche Militare e mercantile
Materiali

naves onerarie: carena tondeggiante (19x6x3m)

naves longae: scafo affusolato dotate di rostrum

Fabri navales
Tipologia

naves onerarie: lapidarie

naves longae: liburnae, triremi, quadriremi, pentaremi, esaremi.

Progettista
APPROFONDIMENTO
.
PHOTO GALLERY

Per la visualizzazione dei contenuti è necessario il plug in Flash Player

Adobe Flash Player

» http://www.adobe.com/it/

I Romani erano dotati di una avanzata tecnologia marittima messa a punto grazie alla capacità dei fabri navales di studiare e fare proprie le tecnologie navali delle popolazioni conquistate.

 Esiste ampia documentazione sulle diverse tipologie navali esistenti che possono essere suddivise in due grandi categorie: navi onerarie (o da carico) e navi lunghe (da guerra). Della prima categoria sono da ricordare le grandi navi lapidarie per il trasporto di marmi e graniti e le liburne per le opere cantieristiche.

Le navi da carico erano attrezzate con grandi vele quadrate montate su tre alberi e in aggiunta potevano avere una vela di gabbia, cioè una seconda vela posta al di sopra della vela maestra sull'albero centrale per potenziare la capacità di navigazione in assenza di vento.

Alla seconda categoria appartengono modelli sofisticati e oggetto di continue innovazioni soprattutto mirate a renderle più leggere e veloci. Le primitive trireme e pentecontore, utilizzate per la navigazione lungo le coste italiane vengono migliorate nelle quinqueremi, quadriremi, actuariae soprattutto durante le tre guerre puniche.

Ci sono giunte poche informazioni sulle vele utilizzate che dovevano essere in tessuto di cotone munite di un complesso sartiame per il loro dispiegamento che veniva cerato per facilitare lo scorrimento negli anelli di sostegno. Questi realizzati in un primo momento in legno verranno sostituiti da materiale ferroso.

Queste barche dovevano essere armate con vele quadre. Questa vela si chiama così perché era di forma rettangolare o trapezia e perché operava ad angolo retto rispetto al moto della nave.

Essa era inferita (cioè legata) ad un pennone orizzontale e i suoi spigoli inferiori erano tesati mediante scotte legate sul ponte o al pennone inferiore. Era costruita cucendo fianco a fianco vari teli di canapa (i ferzi), rinforzandola con corde al suo perimetro e teli doppi nei punti di maggiore sforzo.

Sembra che questo tipo di vela sia scomparsa dal Mediterraneo e sostituita dalla vela latina in epoca postclassica con fine dell’Impero Romano come attestano alcune indagini iconografiche. I pareri degli storici sono comunque discordanti infatti alcuni sostengono che l’ affermazione della vela quadra nel Mediterraneo sia dovuta alla influenza della marineria nordica durante le Crociate (dal 1000 fino 1292) che l’avrebbero reintrodotta dopo la caduta dell’impero romano, forse teoria non giusta in quanto il lessico relativo alla parti della vela quadra è di stretta derivazione latina e non contiene parole derivanti dal nord europa.

Rispetto alla vela latina, la vela quadra risulta più economica. La sua economicità permette il suo largo uso per navi mercantili per il trasporto di grandi quantità di merci di massa (grano, vino, allume, lana grezzo, legname) che richiedevano basi costi di trasporto. Questo può spiegare la sparizione della vela quadra di epoca classica probabilmente durate il Medio Evo per la scarsità di trasporti di massa. (Richard Unger)

CREDITS
Testi a cura di : Cristina Mazzola
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Béjaoui F., et alii, I mosaici romani di Tunisia, Jaca Book, Tunisi, 1995.

Bellabarba S., Guerrieri E., Vele italiane della costa occidentale dal Medioevo al Novecento, Hoepli, 2002.

Carro D., Fabri navales. Dalle Quinqueremi alle Liburne. Esempi di innovazione tecnologica e travaso di tecnologie nell’antichità romana., atti di un convegno THE NEXT BOAT CONFERENCE "Le nuove tendenze in campo nautico e cantieristico" (Trieste, Centro Congressi Stazione Marittima, 28-29 settembre 2006);
Singer C., Holmyard E.J., Hall R., Williams T., Storia della Tecnologia, vol. I, Paolo Boringhieri, Tornino.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
A.A.V.V., History if tent construction, in Detail 6/2000.

Fig.4: tratto da Carro D., 2006

Fig. 5: tratto da Bellabarba S., Guerrieri E., 2002