Gomma 1736 d.C.
Scoperte invenzioni innovazioni

La gomma naturale si ricava dalle piante della famiglia delle Euforbiacee. Tale tipologia di pianta è diffusa pressocchè in tutto il globo, ma l’Hevrea Brasilensis risulta essere la specie migliore da cui ricavare la gomma naturale. Si trova soprattutto in Brasile ed in Amazzonia. Nel 1736, Charles Marie de Condamine, durante un suo viaggio d’esplorazione in Ecuador, s’imbattè casualmente in una tribù indigena. Egli rimase incuriosito dalla capacità di questa popolazione di ricavare dall’Hevea, mediante l’incisione della corteccia, un liquido lattiginoso bianco chiamato caoutchou, che tradotto significa “legno che piange”.

De Condamine rimase fortemente impressionato dalle proprietà di questo liquido, soprattutto sulle particolari e svariate applicazioni. Le popolazioni indigene infatti utilizzavano le secrezioni dell’Hevea brasilensis per impermeabilizzare qualunque cosa, dalle canoe agli otri per l’acqua, plasmado oggetti di svariate forme. De Condamine portò con se, di ritorno in Francia, alcuni campioni di caucciù da presentare al modo scientifico, dato che  prima di esso nessun materiale elastico risultava impermeabile sia all’aria che all’acqua. Il nuovo materiale fu accettato con entusiasmo, iniziò la produzione di elastici e suole per le scarpe. Il problema principale per l’utilizzo e la diffusione della gomma nel mondo “civilizzato”, che ora si presentava, era trovare un metodo di conservazione del lattice, poiché, allo stato liquido, il caucciù non era in grado di conservarsi a lungo, ed essiccato non era più i grado di essere modellabile. Inoltre la gomma già a temperatura ambiente diventava appiccicosa. In seguito si scoprì che era solubile con la trementina e che era impermeabile ai gas. Cosi, si applicò la soluzione di gomma e trementina ad un campione di stoffa, generando per la prima volta un tessuto rivestito da un sottile strato di gomma.

Nel 1803 venne aperta la prima fabbrica di gomma. A Charles Goodyear, nel 1839, si deve la scoperta sempre casuale del processo di vulcanizzazione della gomma, ma un ritardo nella registrazione dei brevetti lo ridusse sul lastrico privilegiando invece Thomas Hancock, (già conosciuto all’epoca per avere inventato il “Masticator”, una macchina per il riciclo della gomma) che mise a punto il processo di produzione mescolando gomma e zolfo, lasciandola reagire in autoclave a 150°C.  I fratelli Michelin, nel 1895 utilizzarono la gomma nella fabbricazione di pneumatici per i primi esemplari di automobili. Seguì nei decenni a cavallo del XIX e XX secolo una “guerra scientifica” tra l’Inghilterra e la Germania, che cercò incessantemente un processo produttivo che fosse in grado di riprodurre una gomma sintetica che potesse competere qualitativamente con la gomma naturale, ed essere così indipendente dal Regno Unito, che ne possedeva il monopolio, avendo negli anni della guerra escluso dal mercato i tedeschi. Si deve quindi alla Germania un grande contributo nella ricerca scientifica per la produzione della gomma sintetica: la  BUNA-S e la BUNA-N, rispettivamente la gomma stirolo e la gomma nitrile. Nell’attuale produzione di prodotti in gomma il processo produttivo prevede una miscelazione del materiale grezzo con additivi scelti a seconda della destinazione d’uso (zolfo, nerofumo, additivi plastificanti, ecc.) e successivamente posti in uno stampo e  sottoposti al processo di vulcanizzazione in cui il prodotto assume la forma definitiva. La gomma in commercio si può trovare in svariate forme: in fogli, stampati e trafilati e i campi di applicazione sono pressoché illimitati.

.
CREDITS
Testi a cura di Pamela Foresti

Fig.1: Tronco dell'Hevea Brasilesis nel processo di estrazione del lattice attraverso un taglio diagonale della corteccia.
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
...
 http://www.itchiavari.org
FONTI BIBLIOGRAFICHE
http://www.itchiavari.org
http://it.encarta.msn.com
http://it.wikipedia.org