Nautica
Vela a tarchia
1500 d.C.
Percorsi evolutivi
Epoca Olanda
Utilizzo cotone pesante
Luogo XV-XVIII secolo
Caratteristiche
Materiali forma quadrilatera o trapezioidale
Tipologia vela aurica o vela di taglio
Progettista
APPROFONDIMENTO
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PHOTO GALLERY

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La vela a tarchia è una vela di forma quadrilatera, col vertice superiore poppiero molto acuminato e disteso da un'asta disposta diagonalmente alla vela, che poggia al piede dell'albero, presso la mura. È  anche chiamata vela aurica in quanto di forma trapezoidale come le vele randa, controranda, vela a tarchia, vela al terzo o da trabaccolo, vela al quarto.

Le prime prove dell’esistenza della vela di taglio nel Mediterraneo sono date da alcuni bassorilievi ritrovate in Grecia. Il fatto soprendente è che questo tipo di vela si presenti sin da questi inizi in ben tre versioni, la latina, la tarchia e una strana doppia tarchia che rimase a quanto ne sappiamo, senza sviluppi.

Le più antiche fra queste raffigurazioni sono localizzate nell’Egeo, mentre più recenti appaiono quelle del Mediterraneo centrale e ultime in ordine di tempo quelle del bacino occidentale. Possiamo quindi supporre che la regione d’origine di questi tipi di velatura sia l’Egeo.

La questione se essi siano stati importati nel Mediterraneo dall’Oriente, deve forse essere considerata ancora aperta.

Il contributo degli olandesi per l’evoluzione della vela di taglio è molto importante, ma non partendo dalla vela latina bensì da quella a tarchia. Nei primi decenni del 1500 appaiono numerose raffigurazioni di imbarcazioni olandesi con questo tipo di vela; la più antica risale addirittura al 1416. La vela a tarchia si diffonde enormemente tra le barche da pesca e da piccolo cabotaggio che popolano le coste del Mare del Nord, i Paesi Bassi e gli estuari dei fiumi Reno e l’Elba.

Considerando la somiglianza tra la forma della vela a tarchia con la randa, è probabile che sia la sua antenata.

Nella seconda metà del 1500 la marina olandese realizza la prima vera randa con l’introduzione del boma. Le prime raffigurazioni sono databili con sicurezza tra il 1642 e il 1644. La randa fu recepita rapidamente su ogni genere di imbarcazione minore anche al di fuori dell’Olanda. Invece l’impiego sulle navi a tre alberi tardò molto, bisogna attendere fino al 1700 per trovare la randa aurica con boma al posto della parte residuale dell’antica vela latina.

In questi anni, sempre in acque olandesi compare il fiocco accanto alla vela tarchia su piccole barche da pesca. Sulle grandi navi, questa innovazione fu accolta in ritardo: solo verso il 1650 gli inglesi lo introdussero.

Il fiocco è una vela triangolare issata tra l'albero più a prua di un'imbarcazione e l'estremità della prua o del bompresso.

Le piccole imbarcazioni della marineria olandese diedero un impulso importantissimo all’evoluzione della vela attraverso l’introduzione della randa e del fiocco, come le piccole imbarcazioni dell’Egeo in epoca greco-romana avevano aperto nuove vie alla navigazione a vela con l’introduzione delle vele a taglio.

Il fiocco viene inferito su uno strallo. L'angolo di scotta viene regolato tramite una cima, detta scotta del fiocco.

Nell'armo a sloop il fiocco consente di mantenere il controllo della prua dell'imbarcazione e contribuisce significativamente nella capacità dell'imbarcazione di bordeggiare (di risalire il vento).

Inteso come vela triangolare di prua, il fiocco presenta diverse varianti:

- Genoa, di dimensioni maggiori, tali per cui l'angolo di scotta oltrepassa verso poppa l'albero, causando una sovrapposizione tra genoa e randa.

- Gennaker, di dimensioni ancora maggiori, vela costruita con materiale più leggero e di forma profonda, a pallone. Il gennaker non viene inferito sullo strallo e viene utilizzato per andature portanti, al traverso e di lasco.

- Spinnaker, di forma semisferica, vela costruita con materiale leggero e adatta alle andature di lasco e di poppa. Lo spinnaker necessita di essere sostenuto da un'asta orizzontale, detta tangone che si protrae verso prua dall'albero.

CREDITS
Testi a cura di : Cristina Mazzola
FONTI BIBLIOGRAFICHE
-Bellabarba S, Guerrieri E.(2006), Vele italiane della costa occidentale, dal medioevo al novecento, ed. Hoepli, Milano.
http://www.sullacrestadellonda.it/vele/vele.htm
FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Foto 1-7: di Piergiorgio Sclarantis, tratto da: http://www.pietrocristini.com/