Alla fine dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento, la Francia emergeva per aver dato i natali ad alcuni appassionati che avrebbero potuto avere un certo peso nella stodia dello yachting se non fossero stati messi in ombra dallo strapotere degli Inglesi e degli Americani. Gustave Caillebotte, più conosciuto come pittore impressionista, era anche un regalante di tutto rispetto e un progettista dilettante: si occupò di dare consigli, grazie alla sua buona intuizione, a molti disegnatori navali. A Caillebotte rimane scarsa fama, se non come pittore, tuttavia rimane il primo progettista di una forma di stazza e di un disegno molto avanzato e di livello internazionale, che però rimase solo sulla carta. Le caratteristiche dei materiali e le tecnologie di costruzione non consentirono agli yacht costruiti di mantenere le qualità che emergevano dai disegni progettuali.

In quegli anni in Francia compare sulla scena nautica Godinet, che mise a punto una formula di stazza (conosciuta come formula Godinet) che, tra le prime, teneva conto della velatura anche di tutte e tre le dimensioni dello scafo, e che fu la prima a avere un assenso internazionale. E’ opera di Godinet la progettazione e la realizzazione di Vendenesse, nel 1893, il primo scafo al mondo interamente costruito in alluminio. Purtroppo il primo varo di Vendenesse fu di scarso successo, poiché ebbe dei problemi tecnici. Tuttavia di tale materiale se ne appropriarono i tedeschi che negli ultimi anni del Diciannovesimo secolo realizzarono quattro yacht con questo materiale.

Nell’ambito della progettazione degli scafi queste realizzazioni segnano un passo verso la concezione della chiglia come una grande scocca strutturalmente unica e non più come assemblaggio di nervature strutturali e rivestimenti esterni.