A seguito dei primi esperimenti in campo pneumatico negli anni ’60 dei vari gruppi di architettura, anche gli artisti cercarono nuove forme espressive per liberare la propria creatività ed adeguarla alla nuova era tecnologica. Anche i materiali impiegati nelle loro opere cambiarono. In concomitanza della mostra Structures Gonflables del 1968 di Utopie Group, l’Art Council of Philadelphia aprì una mostra dal titolo Air Art organizzata da Willoughby Sharp ed includeva contributi pneumatici, tra gli altri, di Andy Warhol, Hans Haacke e Les Levine.  

Le Silver Clouds (nuvole d’argento) di Andy Warhol furono esposte alla Air Art ma apparvero la prima volta alla Leo Castelli Gallery a New York due anni prima. La realizzazione delle Silver Clouds, una collezione di cuscini in Mylar color argento gonfiati ad elio che fluttuano secondo le correnti d’aria, rovesciavano l’idea di scultura pesante, solida e permanente. Le Silver Clouds sono inoltre “sculture” emblematiche in quanto Warhol inizialmente lanciò questi cuscini dal suo studio e li lasciò liberi di fluttuare sopra le vie di New York. L’atto di consentire alle sculture di evadere dai confini delle gallerie d’arte, può essere visto come un attacco alle stesse che erano e sono ancora trattate come istituzioni elitarie.