Il tessuto in vetro/silicone è stato sviluppato per la prima volta nel 1980 grazie a Dow Corinig.

Il prodotto, nonostante sia sul mercato da più di 20 anni, è di fatto ancora poco usato per la per la realizzazione di involucri tensili esterni perché, nonostante i suoi elevati valori di traslucenza (20-40%), è particolarmente sensibile agli agenti atmosferici e tende a caricarsi staticamente attraendo lo sporco e impedendone la rimozione.

Un risultato interessante è che se sul lato esterno del tessuto il suo aspetto estetico viene notevolmente compromesso, i  suoi valori di traslucenza risultano pressoché invariati.

Oggi con la messa a punto di una particolare spalmatura inerte chimicamente è stato possibile migliorare nel tempo le qualità estetiche superficiali del tessuto nel tempo.

Il silicio è un dei più abbonanti elementi della crosta terrestre e dalla sua estrazione possono essere realizzati entrambi i componenti del  tessuto: le fibre di vetro e la gomma siliconica.

La matrice silicea comune dei due prodotti determina una perfetta compatibilità dei due componenti permettendo il raggiungimento di buone prestazioni.

Le proprietà statiche e meccaniche del tessuto sono equiparabili a quelle del vetro/PTFE dal momento che usano lo stesso materiale per la composizione del tessuto di base.

Le principali differenze nel comportamento dei due tessuti sono dovuti alla presenza di due rivestimenti esterni differenti. Il silicone per esempio non essendo permeabile al vapore fornisce una protezione migliore rispetto al PTFE di fatto caratterizzato da una struttura microporosa.

Il tessuto in vetro/silicone è caratterizzato da una ottima resistenza al fuoco che gli permette di essere classificato in classe A2, secondo la normativa DIN 4102.

Nonostante la buona resistenza alle alte temperature, il tessuto manifesta una fragilità al ripetuto piegamento a causa della presenza delle fibre di vetro e non si dimostra adatto alla realizzazione di strutture temporanee o trasformabili.

Il passato una delle difficoltà maggiori allo sviluppo di questo prodotto è stata generata dalla sua difficoltà di lavorazione.

Il silicone infatti non può essere saldato direttamente con i metodi di ad alta frequenza e a caldo, per confezionare le membrane è necessario l’utilizzo di nastri adesivi speciali mediante la tecnica dell’incollaggio.

Solo recentemente a seguito di numerose ricerche per volte al miglioramento delle tecniche di lavorazione, che ne compromettevano pesantemente le possibilità applicative, è stata resa possibile la saldatura a caldo.

Il prodotto si dimostra competitivo sul mercato sia per le sue ottime qualità estetiche sia per il costo non elevato, intermedio rispetto al tessuto in poliestere/PVC e del vetro/PTFE.

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